PER VEDERE IL RIASSUNTO DELLE ALTRE SCENE CHE HO COSTRUITO CLICCA > QUI L'ARATURA L'aratura era un tempo eseguita con un attrezzo manovrato dall'uomo. L'aratro consisteva in uno strumento in legno, che praticava un solco senza ribaltamento della terra. L'operazione si limitava a rompere lo strato superficiale del terreno. Per Raffaello Lambruschini, il religioso ligure che a metà dell'Ottocento progetta la forma ideale del versoio per rivoltare la zolla col minore dispendio energetico è l'ellisse. Lambruschini procede alla realizzazione di una matrice in legno da cui verrà ricavato il versoio metallico che l'amico marchese Ridolfi, il maggiore agronomo italiano dell'epoca, applica per le prime prove alla propria versione del classico aratro brabantino, appunto l'aratro Ridolfi. Nel corso dell'evoluzione dell'aratro l'uomo si è avvalso della trazione animale e poi di quella meccanica con l'avvento del trattore. L'EVOLUZIONE "Un paese senza memoria è un paese senza futuro" Oltre alle spiegazioni storiche e tecniche c'è la mia memoria (Francesco Cantino) che essendo nato nel '43 ho visto con gli occhi di un bambino le fatiche degli uomini di quel tempo ... stranamente dopo i 70 anni ritornano in mente alcuni episodi ... ad esempio nelle foto che vedete qui sotto ho ricreato la scena dell'aratura che ho vissuto tante volte ... io sono il bimbo che sta davanti alla mucca, la quale non sempre era così ben addestrata e aveva bisogno di qualcuno che gli indicasse dove andare ... così mio papà verso le cinque del mattino mi caricava sul carro e nel tragitto per arrivare al campo da arare, mi facevo ancora un pisolino fino al momento che il montaggio di tutta l'attrezzatura fosse pronta come la vedete nelle foto. Ho trovato da qualche parte questa frase e la uso un po' dappertutto: "Un paese senza memoria è un paese senza futuro".
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