con intelaiatura in legno
Derivate dalle selci a bordo seghettato già usate nella preistoria, le moderne seghe manuali si presentano in una grande varieta di forme, riconducibili comunque a pochi tipi fondamentali. Quella di maggiori dimensioni è la sega da boscaiolo, dotata di una lama lunga, larga e a grossi denti, e di due robusti manici alle estremità, ciascuno dei quali è fatto per venire impugnato a due mani da un uomo. In certe regioni è ancora il metodo in uso per tagliare tronchi d'albero.
La più classica sega da falegname è quella a telaio, in cui la lama è inserita in un'intelaiatura di legno mantenuta in tensione da una corda ritorta.
Per tagli grossolani e veloci si usa il segaccio, a una sola impugnatura situata a una delle estremità di una lama flessibile, di forma trapezoidale, generalmente lunga tra 50 e 60 cm, larga 12 sul lato dell'impugnatura e che si restringe fino a circa 5 cm all'estremità opposta. Dotato dello stesso tipo di impugnatura, ma di lama rettangolare a denti più fini, è il saracco, la cui variante per tagli di precisione, il saracco a costola, ha il bordo opposto a quello tagliente irrigidito da un rinforzo di acciaio. Un'altra variante del saracco è il gattuccio, a lama progressivamente più stretta, fino a terminare quasi a punta, usato per tagli su linee curve.
Per eseguire tagli su linee curve molto accentuate si usa una sega particolare, il seghetto da traforo, la cui lama sottile e molto stretta (fino a un millimetro, per lavori artistici) è tesa fra i morsetti di un archetto metallico a forma di U.
Il seghetto per metalli ha la stessa struttura del seghetto da traforo, ma la lama è più lunga e più larga e i bracci a U dell'archetto sono più corti e più distanti.